Scultura e Art Nouveau

L’Art Nouveau è stato un movimento artistico che si è sviluppato tra la fine dell’800 e i primi decenni del 900, diffondendosi in tutti i paesi d’Europa che maggiormente condividevano questo clima di cambiamento culturale. Ha influenzato soprattutto arti applicate e architettura, ma in buona parte anche le arti figurative. Per questo motivo, considerando la nuova visione dell’Opera d’arte totale, la vera protagonista sarà l’architettura, di cui tutte le altre forme artistiche saranno partecipi, ma prevalentemente in forma decorativa. Tra queste anche la scultura. Sebbene essa non sia stata l’espressione principale del movimento, molti artisti sono stati influenzati dalle tendenze internazionali, nella composizione e nella forma, oltre che nelle tematiche.

In questo articolo vedremo alcuni degli elementi distintivi della scultura figurativa influenzata dall’Art Nouveau, che ne esprimeva la linea curva abbinata alla linea geometrica, il decorativismo. Vedremo molte opere connesse a questo movimento, il cambiamento epocale che ha dato inizio alla scultura moderna con Rodin, e alcuni degli autori che meglio sono riusciti ad esprimerlo.

Auguste Rodin e la nascita della scultura moderna

Alcuni vedono l’artista Auguste Rodin come un precursore dell’Art Nouveau in scultura.

Stusioso del Cinquecento, di Rubens, Rembrandt e apprezzatore dell’arte giapponese, all’epoca molto diffuso in Francia. Questo è forse un primo elemento che lo può essere visto in comunicazione con il movimento Art Nouveau. 1Rodin, Phaidon Press Ldt, London, 1956, p. 13Il Pensatore si trova presso The Cleveland Museum of Art, negli USA.

Auguste Rodin, "The Thinker", 1880–81 - The Cleveland Museum of Art
Auguste Rodin, "The Thinker", 1880–81 - The Cleveland Museum of Art

“[…]Il significato del Pensatore si evolve da semplice immagine di Dante a una più generale dell’uomo che medita, rappresentazione dell’essere umano che, nel convulso sforzo per innalzarsi al di sopra della vita animale e, ispirato da una misteriosa scintilla, dà vita al primo pensiero”.2Auguste Rodin, Sculture e disegni, testo di Gilles Néret, Taschen, Milano, 1998, p. 35

Starordinario artista, causò molto scandalo tra i suoi contemporanei a causa delle sue opere, dalle pose naturali e anti-accademiche. Egli non vuole creare rappresentazioni di figure umane, ma la vita stessa attraverso la materia. La sua ricerca è indirizzata alla verità e all’arte pura.3Francesco Poli, La scultura del Novecento, forme plastiche, costruzioni, oggetti, installazioni ambientali, Editori Laterza, Bari, 2006, p.10

Le sue sculture, tradotte in bronzo e marmo dai suoi allievi e aiutanti, ripropongono quello che era il modellato del maestro scultore, che “pensava in argilla”.4Einaudi, La scultura raccontata da Rudolf Wittkower. Dall’antichità al Novecento, Giulio Einaudi editore, Torino, 1993, p.293 Non lavorò mai la pietra personalmente.

Auguste Rodin, The Sirens, 1889 - The Cleveland Museum of Art
Auguste Rodin, "The Sirens", 1889 - The Cleveland Museum of Art
Auguste Rodin, "The Fall of the Angels", c. 1890–1900 - The Cleveland Museum of Art
Auguste Rodin, "The Fall of the Angels", c. 1890–1900 - The Cleveland Museum of Art

Le opere di Rodin sono concepite per essere ammirate da tutti i lati. L’opera “[…] doveva restare in relazione con la luce e con l’atmosfera circostanti”.5Einaudi, La scultura raccontata da Rudolf Wittkower. Dall’antichità al Novecento, Giulio Einaudi editore, Torino, 1993, p.286 Il suo processo di lavoro partiva dall’osservazione di modelli e modelle, pagati per condividere la loro “nudità”, nei momenti della vita quotidiana. Quando vedeva una posa che gli interessava particolarmente, chiedeva al modello di fermarsi e realizzava un rapido bozzetto. Per questo le sue opere rivelano una straordinaria spontaneità, molto diverse dagli scultori a lui contemporanei le cui sculture risultavano più “impostate” e ai modelli venivano richieste pose specifiche, utilizzando la loro fisicità plastica quasi come un manichino. In questa osservazione costante della quotidianità, Rodin imparava a studiare il linguaggio espressivo dei muscoli e delle pose che il corpo prendeva in ciascun momento. Anche questo cercava di esprimere nelle sue opere.6Rodin, Phaidon Press Ldt, London, 1956, p. 12 Queste due sculture si trovano presso The Cleveland Museum of Art, negli USA.

Con Rodin, si crea un meraviglioso paradosso, poiché egli da un lato guardava agli antichi, primo tra tutti Michelangelo, e tuttavia segna con la sua produzione artistica un divario con il passato, così profondo da essere ritenuto il punto di inizio della scultura moderna7Francesco Poli, La scultura del Novecento, forme plastiche, costruzioni, oggetti, installazioni ambientali, Editori Laterza, Bari, 2006, p.7, tracciando il passaggio verso un’altra epoca.

Egli è stato il primo che ha deliberatamente e, per la prima volta intenzionalmente, ha violato e superato alcune “imposizioni” dell’arte accademica tradizionale. Tra queste consideriamo ad esempio l’eliminazione del piedistallo (che serviva per separare la scultura dalla realtà tangibile ed “elevarla” allo stato di opera d’art) e la proposta del frammento come opera finita, anche dovuta ad una erronea interpretazione, ma pur sempre suggestione, dei “non finiti” di Michelangelo, di cui era grande ed appassionato ammiratore.

Anche di queste “libertà” farà tesoro l’Art Nouveau, nonostante esso non coincida in tutto e per tutto con l’arte di Rodin, seppur condividendone alcuni tratti.

Radici simboliste: la dimensione simbolica della scultura

Sappiamo che all’origine del movimento ci sono influenze simboliste. Da queste sarà segnata anche la scultura. 

“L’Art Nouveau e le sue varianti europee[…] trovano così nel simbolismo il proprio substrato intellettuale[…]“.8IL SIMBOLISMO. Arte in Europa dalla Belle Epoque alla Grande Guerra, catalogo della mostra, Il simbolismo in Europa: I Fiori del Male o la fine dell’umanesimo europep, capitolo a cura di Michel Draguet, 24 ORE Cultura, Milano, 2016, p. 27

All’origine del movimento simbolista, per sua natura eterogeneo nelle sue forme espressive, vi era lo scrittore e poeta Charles Baudelaire, in particolare con l’opera “I Fiori del Male”, che influenzerà l’estetica di tutta l’Europa del tempo.9IL SIMBOLISMO. Arte in Europa dalla Belle Epoque alla Grande Guerra, catalogo della mostra, Il simbolismo in Europa: I Fiori del Male o la fine dell’umanesimo europep, capitolo a cura di Michel Draguet, 24 ORE Cultura, Milano, 2016, p. 17

Ma cosa si intende per “simbolismo”? In breve, si fa riferimento ad un fenomeno letterario, artistico e culturale in generale, che ha influenzato l’estetica europea per decenni econtinua a farlo fino ai giorni nostro. Alla sua base sta l’idea rivoluzionaria che anche dal “male” possa nascere il “bello”.

Félix Nadar, portrait of Charles Baudelaire,1820-1910 - Wikimedia Commons
Félix Nadar, portrait of Charles Baudelaire,1820-1910 - Wikimedia Commons
Félix Bracquemond, Unpublished frontispiece for Baudelaire's Les Fleurs du Mal, between 1850 and 1914 - Wikimedia Commons
Félix Bracquemond, Unpublished frontispiece for Baudelaire's Les Fleurs du Mal, between 1850 and 1914 - Wikimedia Commons

Il simbolismo nasce in Francia alla fine dell’Ottocento, ma si espande presto in tutta Europa. Ad esso, fenomeno variegato e declinato in maniera diversa in ogni area geografica, si associa una sensibilità romantica, e la necessità condivisa di mettere assieme una cultura, che si andava a perdere a causa della crescente industrializzazione e il conseguente materialismo. In Inghilterra i Preraffaellti aspirano ad recupero di un umanesimo visto in pericolo, proiettandosi nella purezza di un ideale passato ed immaginario. Il simbolismo risponde ad un acuto desiderio di spiritualità, in opposizione alle estetiche del realismo e del naturalismo.10IL SIMBOLISMO. Arte in Europa dalla Belle Epoque alla Grande Guerra, catalogo della mostra, Il simbolismo in Europa: I Fiori del Male o la fine dell’umanesimo europep, capitolo a cura di Michel Draguet, 24 ORE Cultura, Milano, 2016, p. 14-16

Scultore simbolista dallo stile di vita bohemien, Pierre-Felix-Masseaux era esperto nelle arti decorative, in cui era capace di spaziare tra diversi materiali come: gesso, terracotta, pietre dure, legno, vetro, bronzo e altre ancora. Oltre ad essere un grande sperimentatore di tecniche e materiali diversi, Fix-Masseau era anche un grande ritrattista, ed è stato un punto di riferimento per il movimento Art Nouveau in Francia. Ciononostante, al tramonto del simbolismo e dell’Art Nouveau, si è adattato ai suoi contemporanei, perdendo però notorietà e visibilità, rispetto alla sua produzione precedente.11Heidemann Stefan, A Symbolist esthète. The unknown medallic work of
Pierre Félix Masseau, known as Fix-Masseau (1869-1937), “Revue numismatique”, 2023, p. 354

Pierre-Félix Fix-Masseau, "Tête de femme", end-of XIX-century - Wikimedia Commons
Pierre-Félix Fix-Masseau, "Tête de femme", end-of XIX-century - Wikimedia Commons
Pierre-Felix Fix-Masseau, Bust of a woman with bow collar, 1901 - Wikimedia Commons

In queste due opere possiamo vedere la capacità dell’ artista di lavorare la pietra e modellare terrecotte, dalla raffinata estetica compositiva e la grande attenzione al dettaglio.

L’artista realizza anche la famosa opera policroma The Secret, conservata al Museè d’Orsay

 

Jean-Léon Gérome e l'interesse per l'Oriente

Jean-Léon Gérome è stato prima di tutto un grande pittore. Tuttavia, verso la fine della sua carriera, ha deciso di dedicarsi alla scultura in maniera professionale.12Sarah J. Lippert University of Michigan-Flint, USA, Jean-Léon Gérôme and Polychrome
Sculpture: Reconstructing the Artists Hierarchy of the Arts
, dix-neuf, Vol. 18 No. 1, April 2014, p. 104
Oltre ad alcune opere policrome, come usava tran alcuni artisti dell’epoca, troviamo sculture come questa, che rimanda al contempo ad un contesto simbolista e di decorativismo, attraverso la composizione e il movimento del panneggio.

Jean-Léon Gérôme, "Tanagra" Salon exhibition of 1890 - Chatsam, CC BY-SA 3.0 httpscreativecommons.orglicensesby-sa3.0, via Wikimedia Commons- (immagine tagliata)
Jean-Léon Gérôme, "Woman with a Veil", c. 1891 - The Cleveland Museum of Art
Jean-Léon Gérôme, "Woman with a Veil", c. 1891 - The Cleveland Museum of Art

La policromia e l’inserimento di materiali preziosi o semi-preziosi, aveva al contempo lo scopo di rendere l’opera decorativa ma era anche visto come un modo di conferirgli una maggiore vitalità.13https://www.clevelandart.org/art/1979.115, ultima consultazione 22/03/2025 Come accade nell’opera Tanagra e come vedremo anche in opere di altri artisti, come il Beethoven di Max Klinger.

L’opera Woman with a Veil è invece interamente in bronzo, ed conservata presso The Cleveland Museum of Art, negli USA.

Queste due opere condividono un gusto orientaleggiante, molto diffuso all’epoca e riconoscibile anche nelle opere pittoriche di Gerome.

Elementi stilistici: fluidità delle linee e dinamicità

l tema della danza e del movimento è protagonista del gusto dell’Art Nouveau, di cui sono un esempio queste opere.

Theodore Louis Auguste Riviere, "Loie Fuller", 1901, gilt bronze, ivory, granite base
Theodore Louis Auguste Riviere, "Loie Fuller", 1901, gilt bronze, ivory, granite base - CC BY-SA 4.0 httpscreativecommons.orglicensesby-sa4.0, via Wikimedia Commons
Alexandre Charpentier, "Danseuse au voile", 1901, plaquette uniface en bronze doré Musée_dOrsay
Alexandre Charpentier, "Danseuse au voile", 1901, plaquette uniface en bronze doré, Musée dOrsay - Jean-Pierre Dalbéra from Paris, France, CC BY 2.0 httpscreativecommons.orglicensesby2.0, via Wikimedia Commons

La prima opera di Auguste Riviere, rappresenta la ballerina Loie Fuller, molto popolare al tempo per le sue danze con drappi di stoffa che sapeva muovere con eleganza e maestria. Questa piccola scultura unisce diversi materiali quali il bronzo, l’avorio e il granito per la base. La seconda opera è un bassorilievio di Alexander Charpentier, e come possiamo vedere rappresenta ancora una volta una danza tutta al femminile, dove l’eleganza e la dinamicità si stagliano contro uno sfondo neutro che mette ancor più in risalto la figura.

La linea sinuosa e il movimento della stoffa, rimandano al gusto internazionale del periodo.

Questo pezzo è conservato presso The Cleveland Museum of Art.

Théodore Rivière, Chastity, c. 1900 - The Cleveland Museum of Art
Théodore Rivière, Chastity, c. 1900 - The Cleveland Museum of Art

Max Klinger: scultura polimaterica nella Secessione viennese

La ricerca di effetti pittorici anche nella scultura, come il desiderio di impreziosire la composizione di policromie raffinate, hanno portato alla sperimentazione materica e all’unione di elementi lapidei, metalli e vetro anche all’interno della stessa opera.

Impresa di grande ambizione il Beethoven, progettato per essere al centro della mostra Beethoveniana del 1902, la quale si proponeva come un’opera d’arte totale, il cui Beethoven di Max Klinger era il fulcro, metre tutte le altre opere, pittoriche e scultoree, avrebbero avuto una funzione decorativa.14Nel segno di Hoffmann e della Secessione. Catalogo della mostra a cura di Alfred Weidinger, 24 ORE Cultura, Pero (Milano), 2012, p.90

“In quanto al suo «Beethooven» di marmo bianco, seduto a torso nudo in un trono di bronzo con ornamenti d’oro, di smalto azzurro e d’avorio, le gambe avvolte in un manto di agata gialla, si tratta di un tentativo di comporre in materie preziose, nel vagheggiamento di certa scultura greca, un elogio incorruttibile al genio musicale divinizzato.”15Italo Cremona, IL TEMPO DELL’ART NOUVEAU, Modern’ style, Secession, Jugendstil, Arts and Crafts, Floreale, Liberty, Umberto Allemandi & C., Firenze, 1984, p. 117

Opera scultorea di Max Klinger, "Beethoven"1902
Max Klinger, "Beethoven", 1902 - (CC BY-SA 4.0 httpscreativecommons.orglicensesby-sa4.0, via Wikimedia Commons)

la scultura come ornamento e accessorio

L’elemento scultoreo, in perfetta armonai con l’idea di “arte totale”, veniva non di rado inserito come ornamento all’interno di facciate ed edifici. In pratica, l’elemento scultoreo (come quello pittorico e non solo) andavano ad integrarsi all’esterno e all’interno dell’elemento architettonico, dunque sia a livello “macroscopico” che a livello “miscroscopico”. L’ambiente del vissuto quotidiano, tende quindi a comporre un’unica forma organica, seppur composita ed eterogenea.

Palacio Longoria, Madrid, dettaglio.
Palacio Longoria, Madrid, dettaglio - CC0, via Wikimedia Commons.
Palacio Longoria, Madrid, dettaglio
Palacio Longoria, Madrid, dettaglio - CC0, via Wikimedia Commons

La bellezza della figurazione andava anche ad abbellire la persona, in raffinatissimi gioelli del francese René Lalique. Oppure oggetti di uso comune come fermacarte, lampade e molti altri.

Una meravigliosa lampada in avorio, argento e marmo, è frutto della collaborazione tra lo scultore Egide Rombaux e l’orefice e gioielliere Francois Hoosemans. Fu donata ad un importante industriale nel 1903 in occasione di un anniversario. E’ stata esposta in una mostra provvisoria presso il BELvue Museum, in Belgio.

Egide Rombaux and Francois Hoosemans, "Lamp with a Nynph", 1900, avorio, argento e marmo, BELvue museum
Egide Rombaux and Francois Hoosemans, "Lamp with a Nynph", 1900, avorio, argento e marmo, BELvue museum - FrDr, CC BY 4.0 httpscreativecommons.orglicensesby4.0, via Wikimedia Commons
Auguste Flamand, applique in bronzo papaveri, 1900 ca-Sailko, CC BY 3.0 httpscreativecommons.orglicensesby3.0, via Wikimedia Commons
Auguste Flamand, applique in bronzo papaveri, 1900 ca-Sailko, CC BY 3.0 httpscreativecommons.orglicensesby3.0, via Wikimedia Commons

Un altro esempio di lampada, è quella realizzata nel 1900 circa, da Auguste Flamand. E’ conservata presso il Fin de Siecle Museum, in Belgio.

Impossibile poi non accennare alla produzione di René Lalique, straordinario artefice di squisiti oggetti decorativi, gioelli, spille, fermagli per capelli ed altro ancora. Ne vediamo alcuni esempi qui di seguito:

René_lalique,, fermacarte, "Medusa", in avorio e bronzo, 1902 ca - Sailko, CC BY 3.0 httpscreativecommons.orglicensesby3.0, via Wikimedia Commons
René_Lalique - gioiello
René_Lalique - Ángel M. Felicísimo from Mérida, España, CC BY 2.0 httpscreativecommons.orglicensesby2.0, via Wikimedia Commons
René_lalique, centro tavola con figura femminile, argento e vetro, 1903
René_lalique, centro tavola con figura femminile, argento e vetro, 1903 -1905_ca._02-Sailko, CC BY 3.0 httpscreativecommons.orglicensesby3.0, via Wikimedia Commons

Se il bello deve essere presente nella vita quotidiana, dove se non in ciò che si indossa? Le creazioni di René Lalique saranno presto le più richieste di questo tipo, in tutta la Francia.

Conclusioni

Abbiamo visto una  veloce panoramica della partecipazione della scultura al fenomeno internazionale dell’Art Nouveau. Sebbene essa non abbia giocato un ruolo da “protagonista”, è stata senz’altro presente sulla scena, ed ha avuto una parte molto importante, regalandoci l’eleganza, la raffinatezza e un’interesse per il polimaterico che tutt’oggi affascina molto.

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Bibliografia

Rodin, Phaidon Press Ldt, London, 1956.

– Auguste Rodin, Sculture e disegni, testo di Gilles Néret, Taschen, Milano, 1998.

– Italo Cremona, IL TEMPO DELL’ART NOUVEAU, Modern’ style, Secession, Jugendstil, Arts and Crafts, Floreale, Liberty, Umberto Allemandi & C., Firenze, 1984.

– Einaudi, La scultura raccontata da Rudolf Wittkower. Dall’antichità al Novecento, Giulio Einaudi editore, Torino, 1993.

– Francesco Poli, La scultura del Novecento, forme plastiche, costruzioni, oggetti, installazioni ambientali, Editori Laterza, Bari, 2006.

– IL SIMBOLISMO. Arte in Europa dalla Belle Epoque alla Grande Guerra, catalogo della mostra, Il simbolismo in Europa: I Fiori del Male o la fine dell’umanesimo europep, capitolo a cura di Michel Draguet, 24 ORE Cultura, Milano, 2016.

– Klimt. Nel segno di Hoffmann e della Secessione. Catalogo della mostra a cura di Alfred Weidinger, 24 ORE Cultura, Pero (Milano), 2012.

– Lara-Vinca Masini, Art Nouveau, Un’avventura artistica internazionale. Tra rivoluzione e reazione, tra cosmopolitismo e provincia. Tra costante ed effimero, tra “sublime” e stravagante, Aldo Martello- Giunti Editore, Firenze, 1976.

– Geoffrey Warren, All Color Book of Art Nouveau, Octopus Books, London, 1974.

Sitografia

–  Sarah J. Lippert University of Michigan-Flint, USA, Jean-Léon Gérôme and Polychrome
Sculpture: Reconstructing the Artists Hierarchy of the Arts
, dix-neuf, Vol. 18 No. 1, April 2014, 104–25.

– Heidemann Stefan, A Symbolist esthète. The unknown medallic work of
Pierre Félix Masseau, known as Fix-Masseau (1869-1937)
, “Revue numismatique”, 2023. 353-402.

– https://www.clevelandart.org/art/1979.115, ultima consultazione 22/03/2025.

– https://www.musee-orsay.fr/it/opere/secret-15263, ultima consultazione 22/03/2025.

– https://www.belvue.be/en, ultima consultazione 22/03/2025.

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